Porta Vescovo, Ferrata delle Trincee - 17 Giugno 2012


La placconata all'attacco della ferrata delle trincee.
La Ferrata delle Trincee si snoda lungo percorsi e fortificazioni, dove il passaggio della Grande Guerra ha lasciato segni indelebili. Per tutto il tragitto davanti a noi si erge immensa la splendida Marmolada con i suoi paesaggi. L’itinerario attraversa le gallerie della prima guerra mondiale, un frontalino elettrico è quindi fondamentale per riuscire a proseguire!

LUOGO: Dolomiti, Gruppo della Marmolada.
Data uscita: Domenica 17 giugno 2012
Loc. Partenza/Arrivo: Rifugio Castiglioni, Passo Fedaia, Val di Fassa (TN)
Luoghi d'interesse: Rifugio Gorza, Porta Vescovo, Cima Mèsola, Biv. Bontadini
Condizioni meteo: Cielo sereno, caldissima giornata estiva
Tipo escursione: Trekking + Ferrata (EEA)
Difficoltà: I primi 30 metri di ferrata sono abbastanza tosti con un passaggio su placca verticale molto unta, che richiede notevole forza di braccia. Superato questo tratto le difficoltà diminuiscono.
Riferimenti cartografici: Kompass 686 - Val di Fassa

Scarica tracciato GPS:  Tracciato .gpx
Tutte le foto (più grandi):   GALLERIA

NOTE:
Itinerario abbastanza lungo se percorso interamente, sono comunque presenti molte vie di fuga che si ricollegano direttamente al sentiero del ritorno. E' indispensabile avere con sè una torcia elettrica per percorrere la galleria finale lunga circa 300m, che sbuca al bivacco Bontadini.


Ponticello sospeso e traballante nei pressi di cima Mesola

DATI TECNICI:

Lunghezza escursione:
13km
Dislivello:
900mt ca.
Tempistica (by GPS):
Non rilevato
Tempistica (by SAT):
6-7h
Quota minima:
2054mt (Rif. Castiglioni)
Quota massima:
2727mt (Cima Mesola)
Quota partenza:
2054mt
Profilo altimetrico:
Non rilevato

ACCESSO:

Verso Porta Vescovo, il ghiacciaio della Marmolada e il Gran Vernel
Raggiungere la Val di Fassa e percorrerla in tutta la sua lunghezza. Superare Canazei e Alba di Canazei e procedere sempre dritti lungo la strada fino a raggiungere la diga del lago Fedaia, che sorge ai piedi della Marmolada. Poco prima della diga sulla destra, in corrispondenza del Rifugio Castiglioni (2054m), troverete degli spiazzi sterrati adibiti a parcheggio, dove potete lasciare la macchina. 




IN CAMMINO:


Porta Vescovo, verso l'attacco della ferrata.
Dal parcheggio procedete lungo la strada asfaltata per qualche metro e poi salite a sinistra lungo i pendii erbosi imboccando il sentiero n°698, seguendo la segnaletica per Porta Vescovo. Continuate a salire attraversando i verdi pascoli delle dolomiti, dove delle simpatiche marmotte non mancheranno di farsi notare con i loro fischi e le loro buffe corse da una tana all'altra. La salita è piuttosto faticosa e il sentiero è a tratti ripido, ma in 1 ora e 15 circa arriverete a Porta Vescovo, il passo dove svetta un moderno impianto di risalita. Per chi vuole risparmiarsi il lungo avvicinamento, la cabinovia Portavescovo parte da Arabba e vi porta fino in cima al passo; in caso ricordatevi sempre di controllare date ed orari di apertura onde evitare brutte sorprese.


Da destra, Damiano, Luisa, Camilla, Giallo e Bert. Pronti!

Da Porta Vescovo potrete ammirare un panorama mozzafiato: mentre sotto di voi si estendono verdi vallate, coronate da bianche guglie dolomitiche, potrete guardare direttamente in faccia la splendida Marmolada, avvolta nel suo ghiacciaio, con l'azzurrissimo lago Fedaia che brilla ai suoi piedi.
Proseguendo ancora per 20 minuti lungo un sentiero molto ripido, vi troverete ai piedi della grande parete rocciosa, all'attacco della ferrata. Questa montagna dalla roccia molto scura, quasi nera, si differenzia molto nel pallido panorama dolomitco, rivelando la sua origine vulcanica. In questo punto il nostro gruppo ha fatto una bella sosta per recuperare le energie, poi, indossati gli imbraghi, siamo partiti all'assalto della vetta.


Passaggio in cresta, sullo sfondo il Piz Boè.
I primi 30 metri di ferrata sono abbastanza tosti, con una parete completamente verticale e molto unta, dove una buona tecnica e una notevole forza di braccia sono fondamentali. Superato questo tratto, la ferrata continua in cresta diventando più facile e piacevole, con qualche passaggio adrenalinico come il pittoresco (e malconcio!) ponte sospeso. Dopo il picco di cima Mesola (2727m), il percorso scende lungo lo sperone roccioso terminando in un prato, dove, dopo 1 ora e 20 di marcia, termina la prima parte della ferrata. In questo punto chi lo desidera può interrompere la gita e rientrare percorrendo il sentiero sottostante.

Dopo un'altra pausa pic-nic siamo ripartiti alla volta del secondo scaglione, che non si differenzia molto dal precedente come difficoltà e caratteristiche e che dura in totale circa 1 ora e 40. La ferrata continua in cresta (superando un'altra via di fuga per chi volesse accorciare il percorso), dove poco dopo noi ci siamo fermati a mangiare i panini e a fare una lunga sosta ristoratrice. Successivamente si prosegue attraverso uno scenario di fortificazioni e trincee che rendono particolarmente viva la memoria della guerra qui combattuta. A questo punto indossate i frontalini, perchè il sentiero attrezzato vi condurrà dritti nelle oscurità di due lunghe e ingarbugliate gallerie scavate nella roccia, fate attenzione a non perdervi!




Cima Mesola.
All'uscita della seconda galleria, il Bivacco Bontadini (2552m) segnala la fine della ferrata, voi continuate lungo il sentiero fino a raggiungere la stazione di risalita a passo Padon (2369m). Da qui imboccare il sentiero geologico sulla destra, che prosegue costeggiando verdi distese di prati, dove pascolano greggi di pecore e caprette di montagna. Giunti ad un bivio in fondo ad una conca erbosa, non risalite il pendio a destra fino a Porta Vescovo, ma continuate dritti lungo una traccia ben segnata, che più avanti si ricongiungerà col sentiero n°698 da cui eravate saliti. Da qui continuate a scendere fino a raggiungere nuovamente il parcheggio al Rifugio Castiglioni: il tempo totale della discesa è di circa 1 ora e 45 minuti circa.


Immense vallate verso Cortina!


GALLERIA IMMAGINI 



Mappa Tracciato



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