Ferrata dei Magnifici Quattro, Val San Nicolò - 21 Ottobre 2012

Catinaccio in versione autunnale, visto da Baita Cuz, il rifugio all'uscita della via ferrata.

Dicono che questa sia le ferrata più difficile di tutto il Trentino e molto probabilmente hanno ragione. Il percorso dura poco più di due ore, ma le pareti strapiombanti e viscide e la totale assenza di appigli su gran parte del tracciato rendono questa ferrata un'impresa molto faticosa e decisamente adrenalinica. Un'escursione molto impegnativa, ma che riserva scorci panoramici meravigliosi sulla val san Nicolò e sulle maestose cime del Catinaccio.



Larice, autunno in ferrata.

LUOGO:Gruppo della Marmolada
Data uscita:Domenica 21 Ottobre 2012
Loc. Partenza/Arrivo:Parcheggio dopo il ponte, Loc. Malga Crocifisso
Luoghi d'interesse:Malga Crocifisso, val San Nicolò, Baita Cuz, impianti sciistici Pozza Buffaure, Maerins, palestra di roccia
Condizioni meteo:Cielo limpido e sereno, calda giornata autunnale
Tipo escursione: Ferrata (EEA)
Difficoltà:Molto elevata
Riferimenti cartografici:Kompass 686 - Val di Fassa





Scarica tracciato GPS: Tracciato .gpx
Tutte le foto (più grandi):  GALLERIA

NOTE:
L'itinerario è estremamente faticoso ed esposto, alla portata di escursioni esperti e molto allenati. ATTENZIONE: la Ferrata dei Magnifici 4 è molto recente, è stata inaugurata due anni fa, pertanto sulle cartine comprate prima del 2010 non risulterà segnalata!


Autunno in val San Nicolò

DATI TECNICI:


Lunghezza escursione:7 km
Dislivello:600 mt ca.
Tempistica (by GPS):4.30 h
Tempistica (by SAT):4.30 h
Quota minima:1590 mt (Parcheggio)
Quota massima:2152 mt (Baita Cuz)
Quota partenza:1590 mt
Profilo altimetrico:Visualizza




DA SAPERE

La "Ferrata dei Magnifici 4" non deve il suo nome al film sui supereroi del 2005, ma è stata costruita in memoria di 4 eroi veri, che hanno avuto il coraggio di mettere in gioco la propria vita nel tentativo di salvare quella degli altri. La ferrata è dedicata ad Alex, Diego, Erwin e Luca, i quattro volontari del soccorso alpino, morti il 26 dicembre 2009 in Val Lasties durante un'operazione di soccorso.



Segnaletica per la ferrata dei Magnifici 4

ACCESSO


Dirigersi in val di Fassa, fino al paese di Pozza di Fassa. Giunti nel centro dell'abitato svoltare a destra, se venite dalla val di Fiemme o a sinistra, se venite dalla val di Fassa, seguendo le indicazioni per la val S. Nicolò.
Proseguire fino a Malga Crocifisso (1526m) e da qui imboccare la strada che prosegue verso sinistra per altri 500m circa. Ad un certo punto sulla sinistra un ponte di legno attraversa il rio san Nicolò e porta fino ad un piazzale, dove potrete posteggiare l'auto (1590m).





Cartelli di avvertimento all'attacco della ferrata
IN CAMMINO

Dal parcheggio seguite la segnaletica, che indica l'attacco della ferrata e prendete il sentiero forestale che, per i primi metri, costeggia pianeggiante il corso del torrente. Poco dopo il sentiero comincia a risalire la boscaglia in un susseguirsi di tornanti, facendosi sempre più ripido e faticoso, ma è comunque un buon riscaldamento. Per tutta la durata dell'avvicinamento sarete guidati da chiare e abbondanti indicazioni e, dopo circa 40 minuti di cammino, un'immensa gola rocciosa si ergerà immensa davanti a voi, segnalandovi che è ora di indossare l'attrezzatura e di cominciare a sfidare le sue ripidi pareti.
L'attacco della ferrata secondo me è piuttosto impressionante: dei cartelli segnalano in modo piuttosto eloquente che il percorso che si sta per intraprendere è ESTREMAMENTE DIFFICILE, con tanto di punti esclamativi e segnali di pericolo in tre lingue! Mentre indossavamo gli imbraghi e i kit da ferrata, uno scorcio panoramico spettacolare ci mostrava la bellissima val san Nicolò, vestita a festa coi  vivaci colori dell'autunno, mentre sopra la nostra testa si ergeva maestosa un'inquietante parete rocciosa, segnata dal percorso del cordino d'acciaio.




IN FERRATA

Scorcio verticale di ferrata
La ferrata comincia subito ripida e aggressiva, con una roccia unta e pochissimi appigli che ci hanno messo subito sull'attenti, rivelando già dai primi metri con che cosa avevamo a che fare. Dalla prima parte del percorso attrezzato si comprende subito la portata dell'escursione, che si mantiene su questo standard e diventa anche più difficile e se qualcuno non se la sentisse già dopo i primi metri, è consigliabile girarsi e tornare indietro.
La ferrata avanza su pareti molto verticali e lisce, dove aggrapparsi al cordino diventa una necessità continua, che finisce per stancare velocemente le braccia e la schiena. L'altezza non è mai eccessiva, solitamente non si hanno più di venti o trenta metri di vuoto sotto i piedi, ma la roccia strapiombante e l'esposizione dei traversi rendono il percorso estremamente vertiginoso.

Mezzora circa dopo la partenza si raggiunge la cosiddetta "traversata strapiombante", il punto più difficile ed esposto di tutta la ferrata... anzi, di qualsiasi ferrata! Si tratta di una decina di metri di traverso lungo una parete verticale e strapiombante, completamente priva di appigli. L'attraversata si compie grazie ad un sistema a "ponte doppio", che consiste in due cordini d'acciaio paralleli, uno per tenersi con le braccia, l'altro per appoggiare i piedi. Vertigini a parte, il vero problema della traversata è che deve essere affrontata interamente a forza di braccia, con la roccia strapiombante che ti spinge con la schiena verso l'esterno e un cordino molle e traballante dove stare in equilibrio con i piedi. Non sarà quindi molto difficile per le persone con un buon tono muscolare, mentre rappresenterà una vera e propria impresa per chi non dispone di molta forza e resistenza. Infatti nel nostro caso, mentre Luisa imprecava perché stava morendo di fatica e già a metà non ce la faceva più, Sony non capiva che bisogno c'era di fare tutto quel chiasso!

Val San Nicolò, con lo sperone roccioso dei Maerins
Subito dopo il traverso termina il primo troncone di ferrata, che prosegue con un sentiero attraverso una macchia di boscaglia. Qui noi ci siamo fermati a riprendere le forze e i sensi e a rosicchiare qualche snack ammirando lo splendido panorama autunnale delle Dolomiti. Il sentiero prosegue ancora per venti minuti circa passando ai piedi di pittoresche placche rocciose e poi inizia la seconda parte di ferrata, che come difficoltà e come stile, assomiglia molto al primo tratto. La differenza maggiore è data dalla temperatura: mentre il primo troncone risale le fredde pareti ventose di una gola rocciosa, sempre all'ombra, la seconda parte è interamente esposta al sole; cosa che in ottobre, quando noi abbiamo fatto l'escursione, non ha rappresentato un grosso problema, ma potrebbe esserlo nei mesi estivi.
Vista sul Catinaccio al termine della ferrata
Passo dopo passo, moschettone dopo moschettone si raggiunge un'antro roccioso dove è incastonato il libro di vetta, per chi volesse lasciare una dedica, e pochi metri dopo la ferrata termina sulle verdi distese delle piste da sci degli impianti di Pozza di Fassa. Qui il paesaggio si fa ancora più incantato, perché oltre alla splendida val san Nicolò alle vostre spalle potrete ammirare le spettacolari guglie dolomitiche del Catinaccio dritte davanti a voi. Noi siamo stati molto fortunati, perché abbiamo intrapreso l'escursione in una limpidissima giornata autunnale, dove un tripudio di colori rendeva il panorama assolutamente unico. In cima alla ferrata troverete il rifugio Baita Cuz (2200m) con il suo simpatico gestore ad accogliervi e a consolare le vostre fatiche... un consiglio: prendetevi il tempo di rilassarvi sulla soleggiata terrazza panoramica, sorseggiando una bibita e gustandovi il paesaggio, è pura magia!


DISCESA

Punto panoramico Maerins, sulla val San Nicolò
Dal rifugio Baita Cuz procedete per alcuni metri in direzione ovest e dopo i ruderi di una vecchia baita seminterrata troverete il sentiero per il ritorno. La traccia è molto panoramica e per il primo tratto pianeggiante, poi diventa più ripida e si abbassa sempre di più fino a inoltrarsi nuovamente nel bosco. Appena cominciata la discesa troverete un cartello che vi segnala il punto panoramico Maerins, per chi vuole fare la deviazione si tratta di uno scorcio ampio e paesaggistico sulla val san Nicolò, con tanto di tavolo e panchina. Continuando la discesa, ad un certo punto vi troverete ad un bivio non segnalato, dove un sentiero si dirama verso destra lasciando la traccia principale. Imboccate il sentiero che si diparte verso destra (c'è una cartina fissa se volte controllare) e che continua nel bosco passando per le palestre di roccia, fino a raggiungere la strada asfaltata della val san Nicolò.
A questo punto procedete lungo la strada  asfaltata in direzione Pozza di Fassa ancora per qualche minuto, fino a raggiungere il parcheggio dove avete lasciato la macchina, punto di conclusione dell'itinerario.

IMMAGINI
Ferrata Magnifici Quattro, Autunno


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