Weekend in Brenta dal Tucket a Cima Tosa lungo le vie ferrate delle Bocchette Alte e Centrali.



Alba dal Rifugio Pedrotti verso Molveno
Questo splendido itinerario si snoda tra le guglie rocciose e i paesaggi spettacolari delle Dolomiti di Brenta: il percorso è abbastanza impegnativo e impone l'utilizzo di attrezzatura tecnica da ferrata e di tutto il necessario per una salita in sicurezza e una discesa in corda doppia. La nostra escursione è durata tre giorni in totale, durante i quali abbiamo affrontato la ferrata delle Bocchette Alte, quella delle Bocchette Centrali e siamo saliti sulla Cima Tosa, la più alta del Gruppo del Brenta.

Scorcio roccioso sulle Bocchette Alte


LUOGO:Dolomiti, Gruppo del Brenta.
Data uscita:dal 2 al 4 settembre 2011
Loc. Partenza/Arrivo:Vallesinella, Madonna di Campiglio, val Rendena (TN)
Luoghi d'interesse:Rifugio Tuckett, Bocchette Alte, Bocchette Centrali, rifugio Pedrotti, cima Tosa
Condizioni meteo:Cielo coperto, nuvole, nebbia e pioggia
Tipo escursione: Trekking + Ferrata (EEA)
Difficoltà:
Ferrate non impegnative, ma molto lunghe e a tratti faticose. Percorso  quasi sempre esposto che necessita di passo sicuro e confidenza con la roccia. La salita a Cime Tosa è riservata ad escursionisti che sanno già arrampicare e che dispongono di attrezzatura tecnica.
Riferimenti cartografici:Kompass 688 - Gruppo di Brenta

Scarica tracciato GPS:Tracciato GPX
Tutte le foto (più grandi):FOTO

NOTE:
Prenotare sempre i rifugi in alta stagione, il Brenta è una zona molto frequentata. Attrezzatura necessaria: imbrago, kit da ferrata, corda e tutto l'occorrente per una discesa in corda doppia.


Larga cengia sulle bocchette centrali.


DATI TECNICI:


Lunghezza escursione:27km (Giorno1: 4km; Giorno 2: 9km; Giorno 3: 14km).
Dislivello:3250mt ( Giorno1: 750mt, Giorno2:1500mt, Giorno3: 1000mt).
Tempistica (by GPS):Non rilevata
Tempistica (by SAT):Vallesinella-Rif. Tuckett: 2-2.30h
Bocchette Alte dal Tuchett: 5h
Bocchette Centrali : 2.30h
Rif.Pedrotti-CimaTosa: 2-2.30h
Rientro da Cima Tosa: 4-5h
Quota minima:1518 m (Parcheggio Vallesinella)
Quota massima:3173m (Cima Tosa)
Quota partenza:1518m
Profilo altimetrico:Non rilevato





ACCESSO:

Dirigersi in val Rendena e percorrerla in tutta la sua lungezza seguendo la statale SS239, fino a raggiungere Madonna di Campiglio. Dal centro del paese seguire le indicazioni per la Vallesinella, prendendo una stretta strada forestale che si dirama verso destra(verso sinistra se venite da Malè). Fate attenzione perché spesso bloccano il trafficco per qualche minuto, per far passare il bus navetta che occupa tutta la larghezza strada, in più quando il parcheggio è pieno, all'imboccatura della strada troverete un ragazzo che vi fermerà e vi farà parcheggiare a Madonna di Campiglio. Poi dovrete per forza prendere il bus navetta per percorrere la forestale della Vallesinella, il prezzo del biglietto è di 1,50€ sola andata. Se riuscite a passare, proseguite per alcuni chilometri, fino ad arrivare in fondo alla tortuosa stradina che termina in un ampio parcheggio dove si posteggerà la macchina, a caro prezzo. Dei simpatici parcheggiatori infatti vi raggiungeranno a breve presentandovi il conto, che cambia a seconda del periodo e della permanenza. Dal parcheggio (1518m) comincia l'escursione.

GIORNO 1


Alba al rifugio Tuckett
Il primo giorno noi l'abbiamo usato come avvicinamento, per alzarci di quota e per portarci più vicini all'attacco della ferrata; infatti siamo partiti piuttosto tardi e ci siamo avviati dal parcheggio della Vallesinella alle cinque di pomeriggio. 
Dal posteggio si prende il sentiero n°317 seguendo le indicazioni per il rifugio Casinei, si supera il ponte e si comincia una lunga salita tra i boschi che, dopo mezzora abbondante, vi porta al rifugio Casinei (1880m), dove consigliamo una breve sosta per bere e riposarsi. Quando siamo passati noi in questo rifugio, dei simpatici gattini tenevano compagnia ai clienti rincorrendosi e giocando tra i tavoli all'esterno.
Rimettersi in cammino procedendo sempre lungo il sentiero n°317 che, alzandosi lentamente di quota, si lascia alle spalle la fitta boscaglia salendo sempre più in alto tra i pascoli di rododendri, fino a raggiungere il rifugio Tuckett (2274m), che svetta austero ai piedi delle immense pareti rocciose del Brenta.
Al rifugio abbiamo pernottato: siamo arrivati che erano già le sette passate, quando stavano servendo la cena e ovviamente avevamo una fame da pescecani. Prendere la camera con il profumo delle pietanze sotto il naso è stata una tortura incredibile, ma rifiutare la cena e mangiare in camera l'insipida insalata di riso che ci eravamo portati, perchè ci era venuta la brillante idea di risparmiare qualche soldo è stato ancora peggio, non fatelo mai perchè non ne vale la pena!

Tratto pianeggiate sulle bocchette alte.

GIORNO 2


La giornata che ci aspettava era lunga, quindi siamo partiti verso le sei e mezza dal rifugio, alla volta della Bocca del Tuckett (2647), dove ci apsettava l'attacco della Ferrata delle Bocchette Alte. Dal rifugio si prosegue lungo il sentiero n°303 e poco dopo al bivio, si continua dritti lungo il sentiero n°315, una traccia che risale il ghiaione fino al passo. 
Spesso però la neve non arriva a sciogliersi e al posto del ghiaione si trova una vedretta, come è successo a noi, dove i ramponi sono una benedizione: una chiamata al Tuckett per sincerarsi della situazione è vivamente consigliata. Ovviamente i ramponi non li avevamo, ma in qualche modo e per miracolo siamo arrivato in cima (sconsigliato!), e a questo punto si possono indossare gli imbraghi perchè dalla Bocca del Tuckett parte la ferrata delle Bocchette AlteIl percorso è abbastanza lungo (4-5 ore) e comincia con una ripida scalata in salita sulla nuda roccia del Brenta che passa attraverso i paesaggi magici e lunari delle Dolomiti, continua per un tratto pianeggiante per poi ridiscendere nella parte finale della ferrata.


Il famoso Campanil Basso,
visto dalle Bocchette Centrali.
Nel punto più alto e aperto delle Bocchette, sotto a cima Brenta, ci siamo fermati a fare uno spuntino energetico per recuperare le forze, e poi ci siamo rimessi in cammino. A questo punto bisogna affrontare due lunghe scale (scala dell'amicizia) e una ripida discesa sempre lungo il cordino d'acciaio, con un passaggio molto aereo da una parete rocciosa all'altra. La discesa è poco piacevole e spesso si incontrano escursionisti che affrontano il percorso in direzione opposta, con il risultato di intralciarsi  il cammino a vicenda, ma alla fine si giungerà alla Bocchetta di Molveno (2729m), il passo dove termina una ferrata e poco più avanti ne comincia un'altra.
Qui noi ci siamo fermati a pranzare con il nostro super panino e dopo aver recuperato le energie ci siamo incamminati fino alla Bocca d'Armi (2747m), dove comincia la seconda ferrata della giornata, le Bocchette Centrali. Questo percorso è sicuramente più facile rispetto al primo e praticamente privo di difficoltà tecniche, ma estremamente piacevole e incredibilmente panoramico...almeno così dicono perchè la nostra gita è stata afflitta dalla piaga di nuvole e nebbia per tutti e tre i giorni! Le Bocchette Centrali proseguono in un percorso abbastanza in quota e passano proprio sotto al pittoresco pinnacolo del Campanil Basso, dove una sosta per ammirare i climber che si arrampicano sulle sue ripide pareti è d'obbligo.
Si continua sempre dritti lungo tutto il percorso attrezzato delle Bocchette che vi porterà dritti fino alla meta conclusiva della giornata, il rifugio Perdotti (2487m). Dopo qualche partita a carte e una cena titanica che sembrava la più buona della vita, siamo andati a dormire e a riposarci, in vista della giornata successiva, l'assalto alla Cima Tosa.
Luisa e la fastidiosa nebbia che ci ha accompagnato
per tutto il weekend.
Attacco delle bocchette centrali alla Bocca d'Armi.



GIORNO 3

Rifugio Tosa-Pedrotti all'alba.

L'imponente Cima Tosa illuminata dai primi raggi della giornata.

Sveglia all'alba con condizioni meteorologiche discutibili, clima apparentemente sereno, tendente al nuvoloso, come quello degli altri giorni del resto, ma siamo partiti lo stesso alla volta della nostra meta. Dal rifugio Perdotti si imbocca il sentiero n°358, che punta dritto verso Cima Tosa, una lunga traccia, inizialmente pianeggiante poi in salita, che risale i pendii pietrosi e gli ampi ghiaioni fino ad arrivare esattamente ai piedi della montagna dove, se un'escursionista è esperto e l'altro un pò meno, è caldamente consigliabile assicurare il secondo con la corda per la prima parte della salita.
L'unica difficoltà della Cima Tosa sta infatti nei primi 30 metri, dove è necessario arrampicare lungo una parete di secondo grado alpinistico: non si tratta di un'impresa grandiosa, ma qualche tratto è piuttosto scomodo e insidioso, in ogni caso, passo sicuro e una corda per assicurarsi sono fondamentali. Superato questo tratto, la salita alla Tosa è un lungo susseguirsi di gradoni rocciosi, che lentamente vi porteranno fino all'ampissima spianata che caratterizza il picco di Cima Tosa (3173m). La nebbia fitta ha complicato la nostra salita e sulla cima il panorama era inesistente, ma in compenso abbiamo camminato in mezzo alle nuvole, che ci hanno offerto un paesaggio surreale, desertico e pietroso, sembrava di essere sulla luna!

Sulla via del ritorno, in lontananza la chiesetta del Rifugio Brentei.
Dopo aver girovagato sull'immensa Cima Tosa abbiamo fatto ritorno lungo i pendii scoscesi della montagna esattamente da dove eravamo saliti e, giunti quasi alla fine, all'altezza del tratto difficile e insidioso ci siamo lanciati in una discesa in corda doppia, sempre emozionante. Appena abbiamo toccato il suolo, ai piedi della montagna, è cominciato il diluvio universale, con una fortissima pioggia battente che ci ha accompagnati per tutto il tragitto di ritorno, che si intraprende lungo la stessa strada dell'andata; immaginate in che condizioni siamo arrivati al rifugio Pedrotti!

A questo punto è ora di fare ritorno al parcheggio della Vallesinella, affrontando il lungo tragitto di discesa: dal rifugio Pedrotti si prende il sentiero n°318 che vi portetà fino al rifugio Brentei e da lì si continua sempre sulla traccia n°318 (o 391, più lunga e meno ripida) in un lungo percorso che, scendendo lentamente di quota, vi guiderà fino al rifugio Casinei da cui siamo passati il primo giorno di escursione. Dal rifugio si prosegue lungo il sentiero n°317, lo stesso dell'andata, che poco dopo terminerà al parcheggio della Vallesinella, punto conclusivo dell'escursione.


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